Francesco Scrima si ripresenta ai lettori con la ristampa del suo libro, L’acquario, già apparso nel lontano 2009, per i tipi de La Zisa, e oggi della Pietro Vittorietti Edizioni.
In effetti, L’Acquario, non è proprio un romanzo, ma, come ci avverte lo stesso autore, una sorta di diario, anzi un diario vero e proprio, un diario però non scandito da date, mesi e anni, com’è d’uso nei diari tradizionali. Un diario quindi “sui generis”, dove la voce narrante, dietro la quale si cela il protagonista, si apre in pubblico, fa i conti con sé stesso, con i suoi problemi, le sue manie, i suoi inderogabili impegni, tra cui l’assistenza al padre, un padre malato “ora più che mai incapace di mostrare affetto”.
Si capisce subito che i rapporti tra i due non sono mai stati idilliaci, forse a causa del lavoro di direttore d’orchestra del padre, che lo portava in giro per il mondo, a differenza del rapporto con la madre, alla quale invece il protagonista era molto legato e che si è interrotto presto poiché una malattia “se l’è portata via ancora ancora giovane e bellissima”.
La sorella, Marta, vive in Texas e l’unico legame fra i due sono le lettere che periodicamente si scambiano, le quali gettano sprazzi di luce sulla personalità del protagonista, come il rapporto tra bello e utile.
Per quanto riguarda lo stile, si tratta di uno stile fluido e scorrevole caratterizzato da alcuni ossimori (“sguardo dolceamaro” p. 37) e da alcune immagini che difficilmente si cancelleranno dalla nostra mente, come “strade che si tingono di rosa” (p. 30), immagine che viene suggerita dall’incontro con la donna di cui si è innamorato. E qui siamo nel cuore della vicenda, i cui personaggi principali, Alfonso e Irene, si muovono in una Palermo amata e odiata, vissuta dall’autore come “un paesaggio dell’anima”.
Il racconto può sintetizzarsi in poche righe: l’innamoramento di Alfonso, musicista e protagonista principale, di una prostituta, Irene, che come tutte le prostitute, ha un protettore e “pesce” che fa da “confidente” al nostro Alfonso.
In seguito a un continuo “gioco di sguardi”, l’incontro avviene e i due cominciano a frequentarsi ed innamorarsi. Alfonso scopre che anche lei, come lui, è una donna sola e abbandonata a sé stessa, anche lei rinchiusa nel suo “acquario”, che è alle volte un posto sicuro, mentre altre un posto soffocante dal quale si vorrebbe scappare.
Irene è una donna che ha bisogno di amore, amore che lei non ha mai provato per qualcuno e che conosce grazie ad Alfonso, il primo che gli ha dato la possibilità di pronunciare le due parole famose “ti amo”.
Questo estremo amore, per quanto sia stato imprevedibile ma atteso da sempre, quasi come uno scampo dalla vita grigia e monotona di Alfonso, scatenerà la reazione del protettore, Beppe, e ci porterà a un finale sconvolgente in seguito a diversi segreti rivelati.
GIULIA INGRASSIA 3F
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